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La torre barbaresca

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La fortezza: un presidio contro il pericolo dei pirati barbareschi.

 Riva Ligure assieme a Santo Stefano al Mare, allora noto come “Piano della Foce” è il centro abitato senz’altro più colpito dagli assalti dei pirati barbareschi durante la seconda metà del XVI secolo. Cinque incursioni a breve distanza l’una dall’altra hanno portato ad un fenomeno di abbandono del centro della costa. Molti abitanti erano stati rapiti, molte case bruciate. In questo frangente non si avevano certamente le risorse economiche per provvedere le necessarie difese. Nonostante questo i Rivesi, dipendenti da Taggia, dovevano contribuire alla costruzione delle possenti mura del vicino capoluogo. È così che il rifiuto di questo sostegno porta all’esonero di Riva da questo carico, purché si costruisse una fortificazione sul posto, presso la linea di costa, a difesa dell’abitato e dell’approdo. Si era nel 1546, ma ancora due anni dopo non si era fatto nulla: a Riva si cercava solo di non pagare la tassa per le mura di Taggia. Negli anni seguenti Riva viene più volte attaccata: un presidio militare è ormai necessario. Dal primo gennaio 1559 viene concesso l’introito di una tassa sulla scrittura dei documenti nell’abitato di Triora, allora molto popoloso.
 I lavori peraltro procedono molto lentamente e l’anno dopo la struttura non è innalzata che per un metro e mezzo. Solo alcuni anni dopo il forte è completato: è adatto all’avvistamento in mare, al posizionamento di artiglieria ed a contenere quella parte di popolazione che non fosse in grado di fuggire verso l’entroterra. La conformazione del torrione è possente, con garitta a nord-est, scarpa di base accentuata per respingere i tiri di arma da fuoco e scoraggiare gli assalitori. L’ingresso principale, del resto, era ben sopraelevato.